La Loggia Comunale, architettura gotica risalente al secolo XIV o XV, era il luogo deputato all’amministrazione civile e giudiziaria della comunità. Sotto le sue volte il podestà presiedeva le riunioni della “vicinìa”, l’assemblea dei capifamiglia cui spettavano importanti decisioni relative all’elezione di podestà e gastaldi, alla difesa del territorio, alla determinazione dei contributi spettanti al vescovo; e vi venivano esposti decreti, provvedimenti e sentenze delle varie autorità. Il gastaldo del vescovo vi amministrava la giustizia assieme ai giurati, che si accomodavano sui sedili in pietra disposti lungo le pareti, mentre gli imputati potevano essere legati alla colonna centrale. Negli ultimi due secoli gli spazi della Loggia vennero utilizzati per varie finalità di interesse sociale, come pesche di beneficienza e corsi di qualificazione professionale. Sul fronte principale campeggia la scritta “Provincia del Friuli, Distretto di San Vito, Comune di Casarsa, Pieve di San Giovanni”. A destra della Loggia sorge la Cancelleria della Fabbrica della Pieve, ove i camerari gestivano la contabilità di tutti i beni di proprietà della parrocchia. Il pianterreno ospitò la Cooperativa di Consumo di San Giovanni, nata negli anni Dieci e sciolta nel 1930: lo spaccio passò ai Leorato, quindi a Maria Susanna, a Bonaventura Culos - che nel 1954 acquisì la proprietà dell’immobile dalla parrocchia-, ai Castellarin, e infine ai Querin. Sulla sinistra, la Loggia si pone ad angolo con un braccio di piazza della Vittoria (dal 1929 al 1931 piazzale della Conciliazione) lungo il quale si susseguono alcune proprietà parrocchiali: la prima corrisponde all’ottocentesca Mansioneria dell’Altare di San Lorenzo, dimora del cappellano mansionario. Segue la sala parrocchiale: l’edificio originario, inaugurato nel 1910, fu costruito a spese di monsignor Jop e intitolato a San Luigi: venne utilizzato principalmente come sede per le riunioni degli organismi parrocchiali. Nel 1928 la sala fu ingrandita e dotata di un palco per le attività ricreative e culturali della parrocchia; nei primi anni Trenta fu adattata a piccolo teatro con sipario, quinte e loggia; nel 1934 divenne il “Cinema Ricreatorio” parrocchiale, ulteriormente ampliato nell’immediato dopoguerra con i materiali del Dopolavoro Ferroviario di Casarsa, raso al suolo dalle bombe degli Alleati il 4 marzo del 1945. In fondo al vialetto alberato, la Casa Canonica del Vicario Vescovile.